sabato 24 maggio 2008

L'orizzonte e l'infinito - Lo Sforza incontra il Vescovo

L'ALFABETO DEI GIOVANI                              
 
Eccellenza,
 
a nome dei miei amici ed amiche della comunità scolastica dello Sforza le porgo un caloroso e gioioso BENVENUTO!
 
Lei sa che tra i giovani –e quindi anche tra di noi- le idee sulla religione e le esperienze di fede sono molto differenti: c’è chi crede e chi no, chi frequenta la parrocchia e chi ne gira alla larga, chi cerca di percorrere le strade della propria vita alla luce della Parola di Dio e chi invece preferisce –assolutizzando la propria libertà- radicarsi solo in ciò che vede e in ciò che tocca.
 




























Ma di certo è benvenuto per tutti chi ama i giovani, chi si ferma a parlare con loro per strada (come Sua Eccellenza ha fatto), chi porta i giovani nel cuore, chi cerca di capire le loro ansie, i loro sogni, le loro paure, le loro speranze.
 
 
Vorremmo raccontarle alcune delle cose che ci stanno particolarmente a cuore, in un modo diverso, molto semplice. Attraverso un alfabeto che esprime in modo sintetico sia alcuni valori di cui avvertiamo l’importanza eppure talvolta assenti dall’orizzonte della nostra vita, sia alcune cose che ci fanno paura e che non vorremmo avere come compagne del nostro cammino di crescita.
 
Allora, cominciamo.
 
A come Amore. Come potrebbe essere diversamente? Siamo giovani e in nessuna età come la nostra amare ed essere amati è l’esperienza che segna la gioia, o l’assenza che segna la tristezza della vita.
 
B come Bellezza. Nel cinema, nella musica, nell’arte ci hanno detto che la vita è bella. In un fiore o in un panorama mozzafiato la bellezza è sotto il nostro sguardo. Ma sappiamo che dobbiamo anche imparare a sorprenderci e a sorprendere il mondo con la bellezza spesso inespressa che è nel nostro cuore e nel cuore di ogni uomo o donna che ci è accanto.
 
C come Canzone. Anche a Lei piace la musica, vero Eccellenza? La musica delle discoteche forse no, perché stordisce e divide. Ma la musica che crea legami, che suscita emozioni. E soprattutto la musica della vita, a volte dolce, a volte amara.
 
D come Dio. A volte mi sembra che la  mano di Dio sia qui, sulla mia spalla. A volte lo sento distante, lontano da me. Eccellenza, solleciti la comunità cristiana a saperci inseguire ed amare lì dove spesso siamo smarriti senza Lui. Sarebbe più facile per noi credere in Lui se ci mostrassero il suo volto di Padre-Amore anziché di Giudice severo che ci sottrae la nostra libertà.
 
E come Emozioni. Accompagnano la nostra crescita, ci fanno sentire vivi, protagonisti.
Eppure talvolta ci annullano, ci bruciano dentro, ci conducono nei labirinti dove smarriamo noi stessi e gli altri. Aiutateci a restare noi alla guida delle nostre emozioni, a commuoverci ancora, a sorridere, anche a soffrire. E aiutateci (e non giudicateci) se talvolta –inseguendo emozioni “forti ad ogni costo”, finiamo col perdere di vista il nostro bene e il bene degli altri.
 
F come Felicità.
Noi giovani siamo in continua ricerca della felicità nell’avventura della vita. Tante volte cerchiamo la gioia nelle cose più strane e difficili, e non riusciamo invece a coglierla lì dov’è: nelle esperienze più semplici e quotidiane.
 
 
G come Giovani.
Sappiamo quanto lei ama i giovani, Eccellenza. Accogliamo come un forte invito al rinnovamento le domande che Lei ha riportato quasi all’inizio della sua Lettera Pastorale: “Dov’è la casa dei nostri giovani, quale è la loro tenda preferita oggi? La famiglia o la parrocchia, i luoghi di impegno o di evasione, la scuola o i clubs, le amicizie o le dipendenze, il dolore sommerso? Quale tipo di casa offrono loro le discoteche e le esperienze a rischio, gli stadi e tutto ciò che sa di nuovo e di diverso? Trovano casa nel cambiamento o nell’immobilismo, nei sogni o nel piccolo quotidiano, nel cameratismo o nei percorsi individualistici? Nell’eros banalizzato o nella ricerca di un amore stabile e maturo?”
 
H come Hobby.
Il nostro tempo libero è ricerca di compagnia. Abbiamo paura della solitudine. Abbiamo una ricchezza interiore, che si potrebbe più facilmente manifestare se avessimo occasioni e spazi per vivere le cose che amiamo. In questo campo purtroppo dobbiamo denunciare lo scarso aiuto che ci viene dal mondo degli adulti, solo episodicamente impegnati a creare spazi di incontro e di condivisione per i giovani. Forse talvolta persino la scuola, la famiglia, la parrocchia hanno molto da farsi perdonare in questo ambito.
 
I come Incertezza.
La nostra inesperienza e le nostre fragilità spesso trasformano noi giovani in “banderuole al vento”: oggi credo e faccio questo, domani l’esatto contrario… Siamo letteralmente bombardati da molteplici messaggi contrastanti, che ci disorientano. Così restiamo nel mezzo, immobili, rimandando ad un eterno domani le nostre scelte.
 
 
L come Libertà.
Parafrasando una famosa pubblicità, direi: Toglieteci tutto, ma non questo; non privateci della nostra libertà. Lasciateci anche la libertà di sbagliare, perché sbagliando si impara. Naturalmente, siate pronti  ad aiutarci, a confortarci e curarci, quando ci vedete tornare da voi feriti e malconci. E non dite più: “Te l’avevo detto io… Adesso ti arrangi”.
 
 
M come Mare.
Il mare. Azzurro come i nostri sogni. Profondo come il nostro cuore.
Il mare, talvolta calmo, talvolta tempestoso, come la nostra vita.
 
 
N come Noia.
Quando le luci dei valori si spengono, arriva la noia nella vita. E per noia spesso si percorrono sentieri che non portano a nulla, se non all’autodistruzione e al fallimento. Aiutateci a non restare prigionieri dell’alcool, della droga, della violenza. Aiutateci ad essere davvero liberi.
 
 
O come Odio.
L’odio, la conflittualità, la guerra, il razzismo, l’incapacità di essere accoglienti e comprensivi nei riguardi degli altri, l’egoismo che chiude il cuore a quanti sono più sfortunati di noi, tutto questo purtroppo fa parte del nostro oggi. Ma sappiamo anche che su tutto questo non potrà costruirsi nessun futuro né per noi né per l’umanità.
 
 
 
 
P come Perchè.
Perché la vita, perché la morte, perché la sofferenza, perché le guerre, perché la fame, perché la gioia, perché l’amore, perché Dio, perché io?
Qualcuno ha scritto: L’uomo è un animale che si interroga.
Porsi degli interrogativi è ancora più importante che cercare delle risposte.
 
 
Q come Quaderno.
Ci scriviamo appunti a scuola, ma pure le nostre poesie, i nostri pensieri, le nostre paure, i nostri sogni, le nostre speranze.
 
 
R come Rabbia.
Perché non ci ascoltate? Perché non ci aiutate? Perché date più importanza allo svolgimento di un compito e di un programma anziché ai nostri problemi?
Perché promettete una scuola nuova mai concessa? Perché promettete una società migliore e nessuno la costruisce? Rabbia di non essere capiti, di non essere accettati, di non essere aiutati. Ma anche rabbia di vedere i nostri ideali infrangersi contro muri di egoismo invalicabili.
 
 
S come Sessualità.
La nostra è l’età in cui il corpo grida forte il desiderio di incontro. Nel nostro tempo siamo passati da un’epoca in cui il sesso veniva considerato un argomento di cui non parlare ad un’epoca che ci ha portati a banalizzare questa dimensione che segna fortemente la nostra persona. La sessualità è un bene, ma pensiamo dovremmo essere aiutati a viverla con maggiore serenità ma pure con maggiore serietà.
 
 
T come Tommaso.
Abbiamo perso un nostro amico a settembre. Un incidente ci ha tolto un amico allegro e generoso. Abbiamo pregato e pianto molto. La morte è un mistero. Non abbiamo trovato risposte, o forse le risposte sono nascoste tra le preghiere e le lacrime. Ciao, Tommaso! Ci sei anche tu oggi, con noi.
 
 
U come Unione.
Viviamo in un mondo diviso: nord-sud, paesi ricchi e paesi che mancano dell’indispensabile. Divise sono tante nostre famiglie, mille divisioni lacerano la società. L’unione fa la forza. Solo se saremo uniti, potremo cambiare la scuola, la famiglia, i nostri paesi. Solo  uniti, potremo sperare di costruire un mondo migliore.
 
 
V come Vittoria.
Noi giovani vogliamo vincere sempre, eppure spesso la vita ci sconfigge, l’insuccesso ci ferisce, le esperienze della vita ci abbattono.
Troveremo sempre una mano che ci risollevi e ci restituisca la festa?
 
Z come Zaccheo.
Sua Eccellenza ha voluto porre la figura del peccatore di Gerico al centro della sua Lettera Pastorale. Zaccheo è ciascuno di noi, la sua casa è la nostra: “Sono case in cui cova l’attesa, spesso inconsapevole, di qualcosa di nuovo, che dia concretezza ai desideri del cuore ed ai progetti della mente.”
 
 
Ecco, Eccellenza, questo è il nostro alfabeto, l’alfabeto dei giovani dello Sforza, che oggi le hanno aperto la porta della scuola e la porta del cuore.
 
 

venerdì 2 maggio 2008

I giovani e la legalità: incontro con il P.M. Salvatore Cosentino

Presso la sala consiliare del Municipio di Palagianello, si è tenuto lo scorso 2 maggio l’incontro-dibattito tra gli studenti e i docenti dell’I.S.I.S.S. “Sforza” e il dott. Salvatore Cosentino, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Taranto, sul tema: ‘ Esperienze di un magistrato requirente fra l’attualità di un’antica Costituzione e la cultura della legalità’.
Ha introdotto l’argomento la Dirigente Scolastica prof. Vita Surico, che ha tratteggiato , dal punto di vista didattico, l’importanza e il perchè dell’educazione alla legalità.
 
Da anni  il nostro sistema formativo è orientato alla trasmissione della legalità, facendo riferimento a strumenti legislativi per la formazione civile degli alunni;  oggi, infatti, numerose sono le circolari ministeriali che sollecitano l’istituzione scolastica ad assumersi la responsabilità di promuovere il senso della democrazia, delle regole, della socialità, non solo attraverso le educazioni trasversali o l’insegnamento di contenuti ma divenendo essa stessa democrazia e legalità.
L’obiettivo prioritario è finalizzato, non soltanto, al trasferimento dei valori della ‘legalità’, riferiti alla conoscenza delle regole fondamentali su cui si regge la civile convivenza, ma, soprattutto, alla concreta assunzione da parte delle giovani generazioni di comportamenti ispirati al rispetto delle norme ed al rifiuto dell’illegalità, nelle sue forme molteplici, nelle quotidiane esperienze di vita nella scuola, nella famiglia e nella società.
 
Il dott. Cosentino ha quindi illustrato il tema della attualità, a distanza di sessant’anni dalla sua approvazione, della Carta costituzionale vigente, tratteggiandone l’aderenza ai valori permanenti di libertà del cittadino, anche con riferimento al suo ruolo nel mondo del lavoro e come attore e partecipe dei processi di democrazia.  Attualità della Costituzione ancora viva anche nella vita e nei rapporti tra le principali Istituzioni della Repubblica, anche se si avverte sempre più diffusamente l’esigenza di adattare qualcuna di esse alle profonde trasformazioni che si sono prodotte nella società civile in special modo nell’ultimo quindicennio. Il riferimento appare soprattutto  rivolto all’istituzione-Parlamento, del quale va superato l’attuale bicameralismo e va ridotto il numero dei componenti, al fine di rendere più snella ed efficiente la funzione legislativa.
 
Il dott. Cosentino ha poi rimarcato il ruolo e la funzione della Magistratura, sia quella requirente che quella giudicante, nella lotta al crimine ed alla illegalità nelle diverse forme in cui si articola. Particolare interesse, sotto questo aspetto, hanno suscitato tra gli studenti alcuni aspetti del tema, tratti anche dalla esperienza personale del Magistrato, legati alle incongruenze ed alle lacune che qualche volta è dato riscontrare nella legislazione penale, con riferimento non solo alla irrogazione delle pene, ma anche alla effettiva espiazione delle stesse.
 
E’ seguito un breve dibattito, nel corso del quale il Magistrato ha risposto alle domande rivoltegli dagli studenti.