lunedì 17 novembre 2008

Una lezione d'eccellenza

 
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venerdì 7 novembre 2008

Un Protocollo di Formazione e Crescita

Da sinistra: Rizzo, Spalluto, Donati, Marzo, Ressa, Nardone, Ferrauto, Mellone.
 
Un Protocollo di Formazione e Crescita.Maria Grazia Mellone, “Sentiamoci tutti partecipi a questa iniziativa”.
 
 
In platea, i diplomandi geometri dell’Istituto Tecnico “G. M. Sforza”. Occasione dell’incontro, la sottoscrizione del Protocollo d’intesa “Conca d’oro per la formazione geometri”, tra lo Sforza di Palagiano, rappresentato dal Dirigente Scolastico Prof. Salvatore Marzo, Associazione Culturale Geometri (Donato Spalluto), Comune (Sindaco Dott. Rocco Ressa), Comitato Paritetico Territoriale della Provincia di Taranto sulla Sicurezza nei Cantieri (Sig. Ferruccio Ferrauto), Scuola Edile di Taranto (Dott. Fabrizio Nardoni), Collegio Geometri della Provincia di Taranto (Claudio Donati). Partendo dalla premessa che l’art. 3 del D.P.R. n. 567/96 promuove ed autorizza raccordi degli Istituti Scolastici  con gli Enti Locali, con il territorio e con le sue realtà associative culturali e del volontariato, al fine di realizzare la funzione della scuola come centro di promozione culturale, sociale e civile del territorio, il Protocollo si propone come fine l’arricchimento della formazione degli studenti del corso geometri, potenziando la preparazione teorica realizzata nelle aule e nei laboratori scolastici con quella pratico-professionale, realizzata con esercitazioni e tirocini presso cantieri edili, studi professionali, uffici tecnici comunali, nonché con la partecipazione degli stessi studenti a seminari, incontri, dibattiti, conferenze, tavole rotonde e quanto altro attinente ai temi della professione del Geometra.  Progetto ambizioso di crescita professionale ed umana, al quale i partecipanti hanno dimostrato di crederci, promettendo tutto il loro impegno. I lavori sono stato stati introdotti dal Prof. Marzo, che ha illustrato l’iniziativa, “importante esperienza per gli studenti per fare alternanza tra scuola e lavoro”. Sono poi seguiti gli interventi degli altri oratori presenti al tavolo della presidenza. Donati ha parlato delle distanze che ancora dividono scuola e mondo del lavoro. “Questa, ha proseguito, è una occasione alla quale nessuno può rinunciare, auspicato scambio di idee tra scuola e mondo del lavoro, e rappresenta i punti salienti dell’attività professionale”. Dopo essersi soffermato a lungo sul problema della sicurezza, che “permea non solo il mondo del lavoro, ma anche la vita quotidiana di ognuno di noi, anche se ci crediamo immuni da queste incombenze. Bisogna stimolare l’approccio culturale con il rischio”, ha voluto ricordare come “la figura del geometra non è superata dai tecnici laureati, come qualcuno pensa. Ci sono Nazioni, come il Venezuela, dove manca la figura del geometra, e chiedono a noi di collaborare, tanto che l’Ordine di Taranto firmerà un accordo di stage per formare professionisti che sappiano trasferire nella realtà un progetto. Non possiamo permetterci, come Italia, di far scomparire questa figura preziosa”. “Affiancando queste nozioni ed esperienze al bagaglio che la scuola dà, ha poi aggiunto Ferrauto, capirete meglio come si presenta la realtà del cantiere che si dovrà affrontare”. Ancora sulla sicurezza è tornato il Dott. Nardone, con riferimento all’esperienza inglese, dove il problema della sicurezza è all’avanguardia, tanto che sensibilizzano in questa direzione anche i bambini negli asili.
 
 
A seguire, poi, Spalluto (“Nella scuola si fa sempre meno pratica, con i colleghi abbiamo fatto lezioni di pratica sul campo, e da qui l’idea con il Prof. Marzo di questo protocollo. Organizzeremo a Palagiano un convegno sicurezza sul lavoro, coinvolgendo le imprese locali”), l’assessore all’Urbanistica Pasquale Rizzi (“Bisogna stimolare una ‘Cultura della sicurezza’, problema che mi sta molto a cuore. ‘Sicurezza’ non è solo conoscenza, ma consapevolezza di avere quella intransigenza sul cantiere affinchè le norme vengano applicate”), Maria Grazia Mellone, consigliera incaricata Cultura e Istruzione (“La scuola non va vista solo come agenzia educativa, ma deve avere la capacità di fare sistema, per educare i giovani che sono il futuro della nostra società, e la nostra futura classe dirigente. Sentiamoci tutti partecipi a questa iniziativa”). Anche il Dott. Ressa ha voluto intrattenersi sulle pratiche operative. “Il problema della sicurezza deve coinvolgerci tutti, a voi si dà la possibilità di maturare scelte future. È fondamentale la sinergia con le agenzie del territorio, è da questa sinergia che passa lo sviluppo. Non dobbiamo ragionare a compartimenti stagni, così non cresce nessuno, ma occorre imparare a coltivare non solo il nostro giardino, ma anche quello di altri. Solo in questo modo faremo crescere il nostro territorio, perchè crescita vuol dire sviluppo, e sviluppo vuol dire ricchezza”. Il Decreto Legislativo 81/2008, di attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, presenta diverse novità, come la rivisitazione delle attività di vigilanza, la revisione del sistema delle sanzioni, e maggior peso alle rappresentanze aziendali dei lavoratori. Giova ricordare che atti legislativi miranti a disciplinare la sicurezza erano già presenti nel diritto del lavoro, sin dai primi anni del 1956, riferendoci a periodi a noi relativamente vicini. Per non parlare della legge 300/1970, che pur non espressamente finalizzata allo scopo, riduceva di molto lo ius variandi del c.d. datore di lavoro, favorendo più sicurezza sul lavoro e del lavoro. Nessuno si illuda che basti una legge, anche la più meticolosa, per ridurre drasticamente gli infortuni sul lavoro. Nemico della sicurezza è la precarietà, il voler a tutti i costi allungare di molto il periodo di prova, con sproloqui sulla parcellizzazione e rimunerazione, coniugandole in equazioni fantasiose da mettere frettolosamente in tasca in caso di incidenti. Il Giudice del Lavoro presso il Tribunale di Taranto, nel dispositivo in cui rende noto le motivazioni della sentenza con la quale l’ILVA è stata costretta a riassumere un lavoratore, esprime un concetto chiaro: “Se l’operario fa lavori pesanti, va assunto a tempo indeterminato”. Il segreto è quindi racchiuso in due semplici preposizioni ‘articolate’: Sicurezza Sul e Del Lavoro. Si invoca il lodo Alfano, e lo si giustifica perché per lavorare meglio e di più, il Premier ha bisogno della Sicurezza dell’incarico, dimenticando che la legge 30/2003, meglio conosciuta come Legge Biagi, teorizza che il lavoratore, per lavorare meglio e di più, ha bisogno di restare precario a vita. Solo abbattendo la precarietà, si potrà abbattere il muro che si erge fra il lavoro e la Sicurezza del ritorno a casa.  
Giuseppe Favale