venerdì 27 aprile 2012

Presentazione del libro di Mara Chiarelli "SCU - I camaleonti della criminalità"

 
Organizzato dall’associazione “I Portulani – I Guardiani del Borgo Antico”, e dall’Istituto Sforza di Palagiano, si è tenuto recentemente un incontro – dibattito sul libro di Mara Chiarelli, “Sacra Corona Unita – I camaleonti della criminalità italiana”. Nel libro, viene illustrato un quadro d’insieme degli affari e del sistema sociale della SCU: dalla droga alle estorsioni,dalle scommesse alla green economy, le donne del clan, le nuove leve. Si racconta di come dal tacco d’Italia, la SCU possa, da un momento all’altro, spiccare il grande salto, mentre tutti continueranno a considerarla “inferiore”, una mafia di serie B, un fenomeno non preoccupante, addirittura la “quarta mafia”, in ordine di importanza.
 
Assente l’autrice per motivi di salute, erano presenti il prof. Vito Giuseppe Leopardo, Dirigente Scolastico dello Sforza, la prof.ssa Rosalba Pansini, il dott. Marco Dinapoli, Procuratore Capo presso il Tribunale di Brindisi. Moderatore, il dott. Luigi Resta, dell’associazione “I Portulani”. “Il nostro Istituto propone ai ragazzi, da qualche anno, ha detto la Pansini, un incontro con l’autore, segnatamente di opere di legalità, quali la discriminazione sociale, l’emigrazione, la criminalità organizzata. La Chiarelli ha avuto il merito di ripercorrere il fenomeno della criminalità nel nostro territorio, dall’origine ai giorni nostri. Ha saputo sensibilizzare l’opinione pubblica, che spesso relega nell’oblio questi fenomeni mafiosi. Educare alla legalità significa diffondere una cultura dei valori civili, per costruire delle relazioni tra cittadini e istituzioni, sviluppando la consapevolezza che la dignità e la libertà non sono valori acquisiti una volta per sempre, ma vanno perseguiti e protetti”.
 
“Da anni, ha aggiunto Resta, la mafia non è più un problema legato alle regioni, dove ha radicato la sua influenza, ma è un problema di carattere nazionale. E’ importante quindi l’informazione e la conoscenza dell’argomento”. Della necessità di confrontarsi con i giovani della nostra terra, ha infine parlato Dinapoli, “perché i problemi non vanno nascosti, ma vanno manifestati per poterli risolvere, ed impedire che si verifichino nuovamente. Bisogna gettare il seme della legalità, nella speranza che possa germogliare, per avere cittadini collaborativi, e con dei solidi principi”.

Giuseppe Favale