lunedì 31 dicembre 2012

Il 2012 dalla A alla Z secondo la Cassazione

Dai baci al sesso, dai cani alla pausa caffè: la Cassazione e il bon ton nel 2012

Il costume degli italiani ridisegnato degli ermellini. Dalla A alla Z, la Suprema Corte, in un anno di sentenze, ha corretto le cattive abitudini degli italiani, cercando di riportare l'eleganza nei rapporti: tra colleghi, coniugi e anche conoscenti su Facebook

 
Il costume degli italiani ridisegnato dalla Cassazione. Dalla A alla Z, la Suprema Corte, in un anno di sentenze, ha corretto le cattive abitudini degli italiani, cercando di riportare il ‘bon ton’ nei rapporti.

A come attaccabrighe. Il comportamento “poco collaborativo” e “talvolta offensivo” verso i colleghi autorizza il datore di lavoro al licenziamento. Paga poco anche l’atteggiamento dell’impiegato incline al litigio che passa alle “vie di fatto”. B come Bacio. Non tutte le effusioni sono ammesse. Anche le modalità con cui viene schioccato un bacio ha il suo peso. Vietato lo smack sulla guancia se è il ripiego di un bacio rifiutato sulle labbra. Proibito anche il bacio ‘deviato’, diretto cioè verso una zona erogena e deviato all’ultimo momento dalla vittima. C come Cani. La Cassazione corregge anche le cattive abitudini del miglior amico dell’uomo. Pertanto, anche se mettere la ‘sordina’ ad un cane non è impresa da poco, i proprietari di animali devono ingegnarsi per limitare “le occasioni di disturbo prevenendo le possibili cause di agitazione ed eccitazione dell’animale, soprattutto nelle ore notturne”. D come decenza. Va sempre cercato il giusto equilibrio tra decenza e moralismo. Così bando agli abbigliamenti troppo succinti “in modo da fare vedere le parti intime del corpo, in particolare il seno e il fondoschiena”.
E come effusioni. Vietate quelle eccessivamente spinte in luogo pubblico e in auto. Sono contrarie alla decenza. Meglio attendere di arrivare in casa. F come Facebook. Attenzione alle modalità di utilizzo della tecnologia. Si può essere molesti anche tramite questo mezzo se si scaricano le proprie frustrazioni contro qualcuno. La “condotta persecutoria e assillante” nei confronti di una persona attraverso Facebook costituisce quindi una vera e propria molestia punibile in base al nuovo reato di stalking. G come Guidare. Guidare alticci un motorino fa scattare il ritiro della patente. C’è lo stesso pericolo, naturalmente, che se ci si mettesse alla guida di un’auto. H come Hotline. La Cassazione lascia qualche margine per le ‘debolezze’. Fare telefonate erotiche dietro pagamento non è una forma di prostituzione perché non si compiono atti sessuali col corpo ma ci si limita alle parole per eccitare il cliente. I come Ingratitudine. Si paga a caro prezzo. Chi, ricevuta una donazione da parenti o amici, cambia atteggiamento nei confronti del suo ‘benefattore’, dimostrandosi appunto ingrato, rischia di perdere i beni così acquisiti. Questo perché “la revoca della donazione si giustifica come adeguata reazione alla manifestazione altrui di chiara e radicata ingratitudine”.
L come Lettere. Sulla scrittura epistolare c’è ampia letteratura. Giusto non disperdere l’abitudine di scrivere lettere ma l’eccesso non aiuta mai. Una insegnante che aveva deciso di fare espiare le colpe ad un alunno bullo, gli ha fatto prendere carta e penna e scrivere ‘sono deficiente’ ma è stata condannata per maltrattamenti. La lettera scritta quando l’amore andava a gonfie vele può diventare motivo di addebito davanti ad un giudice della separazione. M come Mail. Attenzione alle mail che si spediscono. Il datore di lavoro può acquisire il testo dei messaggi di posta elettronica scambiati dal lavoratore con soggetti estranei. N come Natale. Mai festeggiare con l’amica e la moglie insieme. Lo suggerisce il buon senso, ma anche la Cassazione che ha addebitato la colpa della separazione ad un marito ‘accompagnatore, paladino’ che portava a casa l’amica anche per le feste natalizie. O come ostentare. Attenzione ad ostentare troppo. L’atteggiamento di eccessiva spocchia, specie in tema di amore, può fare male al partner al pari di un maltrattamento.
P come pausa caffè. Sacrosanta la pausa, a patto che non sia di durata ‘fiume’. Il break è consentito soltanto se limitato a “pochi minuti”. In questo caso un dipendente che si era fatto male durante la classica pausa caffè in ufficio si è visto negare il risarcimento danni perché il break era durato “più del dovuto”. Q come querelle. Evitare tassativamente quelle condominiali, motivo di cause fiume che vanno avanti per decenni. Una querelle sorta fra due casalinghe è andata avanti per dieci anni a causa del continuo sgocciolio del bucato. Alla fine la Cassazione ha suggerito che i panni sporchi si lavano in casa.
R come Ricariche. Galeotta la ricarica telefonica troppo lunga sul posto di lavoro. Se la pausa per ricaricare il telefonino diventa eccessivamente lunga nel tempo e portatrice di cose negative sul lavoro può far rischiare anche la rimozione. S come Sesso. Evitare lo sciopero del sesso col partner. Ora la Cassazione le ha attribuito la colpa della separazione. Secondo la Suprema Corte “il persistente rifiuto di intrattenere rapporti affettivi e sessuali con il coniuge – poiché, provocando oggettivamente frustrazione e disagio e, non di rado, irreversibili danni sul piano dell’equilibrio psicofisico, costituisce gravissima offesa alla dignità e alla personalità del partner – configura e integra violazione dell’inderogabile dovere di assistenza morale sancito dall’art. 143 c.c., che ricomprende tutti gli aspetti di sostegno nei quali si estrinseca il concetto di comunione coniugale”. T come Telefonate. Sono tanti i casi di dipendenti pubblici che, nel corso della loro giornata lavorativa, si sono attaccati al telefono per ragioni private un po’ troppo a lungo. In molti casi il lavoratore paga con il licenziamento perché secondo la Cassazione “troppe chiamate private ledono il rapporto fiduciario con l’azienda se vengono fatte da chi svolge un’attività che richiede particolare attenzione”.
U come Urlare. Strilli e rimproveri continui da parte del capo con “toni pesanti” davanti agli altri colleghi possono costituire mobbing. Una condanna in tal senso è stata attribuita ad un’azienda milanese perché una sua dirigente aveva vessato per mesi una dipendente. V come Vocabolario. Esprimersi sempre in maniera corretta. Non è solo un problema di eleganza, ma anche un modo per evitare eventuali guai giudiziari. La Cassazione davanti al termine ‘becero’, nel dubbio se assolvere o meno l’espressione, ha consultato ben due vocabolari. “Confrontando lo Zingarelli – hanno scritto – si evince che il termine ‘becero’ è inequivocabilmente spregiativo e proprio di uomo triviale dai modi plebei”. Per avere maggiori certezze, piazza Cavour ha consultato anche il Devoto Oli dal quale ha dedotto che si vuole indicare “persona ignorante, chiassosa e volgare”. Z come Zizzania. La serenità in ufficio è tutto. Mettere zizzania tra i colleghi può essere una leggerezza censurabile, se non con il licenziamento, certamente con un trasferimento. La colpa non scusabile è quella di “rovinare l’ambiente di lavoro”.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

sabato 29 dicembre 2012

Buon Anno !

 
Buon 2013 !
 
 
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Sforza Orientamento 2013


mercoledì 26 dicembre 2012

Il Natale dei nuovi poveri


Le feste degli «altri»
tra i nuovi poveri
e chi ha perso il lavoro

 

di ALESSANDRA CAVALLARO

 
TARANTO - Padri separati, pensionati, ed anche ex commercianti. Sono i nuovi poveri di Taranto, i nuovi ospiti della mensa della chiesa del Carmine. Insieme a loro, disoccupati, senza tetto, persone con un disagio psicofisico, uomini e donne abbandonati dalle famiglie. Quest’anno è stato il più difficile. I volontari, a pranzo, hanno servito anche 96 persone. La media è di 70 pasti al giorno.

 

Domenica è una giornata di festa anche perché è a ridosso del Natale. C’è il coniglio nel forno e l’odore si diffonde su via Cavour a metà mattinata. Alle 11 c’è già la fila per poter mangiare, ognuno con il bigliettino della prenotazione in mano. I posti a sedere sono solo 24, bisogna avere pazienza e aspettare il proprio turno. Hanno fame ma attendono composti che qualcuno li chiami. La civiltà, sempre più spesso, appartiene agli ultimi. La mensa dei poveri del Carmine è sostenuta ogni mese dal Banco Alimentare che fornisce un grosso contributo con casse di derrate alimentari. Due volte alla settimana, il martedì e il venerdì, i volontari si recano all’Auchan che offre il cibo a breve scadenza. Per Natale sono stati regalati panettoni, dolci e paste fresche dai tarantini, ma durante l’anno arrivano vivande in continuazione.

E’ gente silenziosa che fa del bene, senza mettere i manifesti. Ovviamente c’è il contributo economico della parrocchia con il quale vengono principalmente acquistati detersivi, oggetti di plastica, buste per la spazzatura. E’ una macchina perfetta e ben rodata, la cui benzina è la generosità. Enzo Gerardo è la persona che accende il motore tutti i giorni. Ne ha viste di famiglie passare. Conosce i loro drammi e ha imparato ad ascoltare. «C’è una coppia di rumeni con un bambino di due mesi. Il neonato vive in un passeggino, i genitori con lui in stazione. Quando fa molto freddo la madre, non viene qui, preferisce tenere più al riparo il figlioletto. Non credo che mangi». E’ una delle tante trame che Enzo racconta per spiegare un angolo di mondo dimenticato, che lui invece incontra ogni giorno.

«Il mese scorso è stato ritrovato un nostro ospite sui binari della ferrovia. Il suo corpo senza vita è stato scoperto per caso perché cercavano il gruista scomparso. Noi non lo vedevamo dal 18 novembre, sicuramente si era perso. Chissà da quanto tempo era morto». Si tratta di un uomo che ogni tanto aveva dei vuoti di memoria, e quando racconta la sua storia Enzo non può far altro che puntualizzare: «Da noi vengono persone che non sono in grado di reggersi da sole e che hanno difficoltà anche nella gestione della propria igiene personale. Mancano le strutture protette e la rete di assistenza sociale è carente».

La sede della mensa dei poveri del Carmine è un grande stanzone. Troppo piccolo per il flusso di gente che deve accogliere. La cucina è a vista sulla sala da pranzo, volontari e ospiti entrano in contatto, parlarsi è la normalità. Non c’è distanza, non c’è più solitudine. «Ci portano fiori, lettere, poesie, qualcuno lascia un centesimo come simbolo di ringraziamento». Costanza, Anna, Danila, Tina, Katia, ma anche Arianna, 18 anni, cucinano una domenica al mese. Formano una squadra ben rodata insieme a Sharon, studentessa che serve ai tavoli. Durante la settimana lavorano, sono impiegate in un albergo, insegnanti a scuola, assistenti uno studio dentistico. Vederle lì, sorridenti, allegre, riempie di gioia il Natale. «Ai bambini che vengono qui, e ce ne sono tanti, riempiamo il piatto di pasta con il parmigiano, a loro servono più proteine. E quando torniamo a casa dai nostri figli e li vediamo schizzinosi sul cibo, li raccontiamo quello che vediamo». Un altro modo di educare.
La mensa del Carmine è un microcosmo dove le distanze si assottigliano. Ritrovarsi vicini, anche solo per un’ora, fa sì che la notte in strada sia meno fredda.

 

Fonte: La Gazzetta del Mezzogorno

 

Una visita natalizia

 
 
 
Una visita natalizia alla nostra scuola
(clicca sulle palle di natale nelle due pagine del filmato)
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Il nostro alfabeto del Natale

http://www.sforzapalagiano.it/natale2ebis.htm

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martedì 25 dicembre 2012

Buon Natale !


Ogni anno il Natale rinnova la gioia e lo stupore del mistero di un Dio che non se ne sta lontano dalle nostre domande,  ma che ancora oggi -come duemila anni fa a Betlemme-  si fa umile "Dio con noi", Dio per ciascuno di noi.
L'Assoluto entra nella storia per fare nuove tutte le cose e l'umanità stessa, che nella sua fragilità non può trovare pace e gioia se non in un Amore infinito.

Quel Bambino ci doni occhi Limpidi, capaci di scoprire in ogni creatura l'impronta del divino; ci dia voce forte per gridare con la nostra esistenza, la certezza che Qualcuno ci ama, ci è vicino, viene a noi per vivere con noi e per sempre.
Ma soprattutto vogliamo chiedere un cuore grande che sappia farsi culla, accoglienza totale per questo Dio-Bambino,  un cuore tenero e forte che riesca a essere nell'Amore, grande per ogni uomo.
Se rivivremo in noi questo mistero e nel silenzio del nostro "io" lasceremo spazio all' immensità di Dio,  allora e solo allora, potremo dire "E' Natale".
Nella fiducia e nella gioia di avere Cristo tra noi, Vi auguriamo un Natale di pace e di speranza e un anno celebrato nella luce della Sua Presenza.

sabato 22 dicembre 2012

venerdì 21 dicembre 2012

21.12.2012

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Michele Perniola, talento e umiltà

Michele Perniola


Targa ricordo della Provincia di Taranto al 14enne di Palagiano che ha vinto la 6^ edizione di "Ti lascio una canzone", la trasmissione condotta da Antonella Clerici. Dagli amministratori locali il giovane cantante che si esibisce sulle note di Michael Jachson è stato definito una eccellenza di Terra Ionica. E la mamma Pina assicura: chiusa questa bella parentesi, mio figlio si dedicherà principalmente allo studio

Se il buongiorno si vede dal mattino, per Michele Perniola non sarà difficile sfondare nel sempre difficile mondo dello spettacolo.
Quattordici anni, studente dell’istituto Sforza di Palagiano, con il 43% dei voti Michele ha vinto la sesta edizione di “Ti lascio una canzone”, lo show musicale di Rai Uno condotto da Antonella Clerici.
Questa mattina, a Palazzo del governo, il cantante ballerino che si esibisce sulle note musicali del suo idolo Michael Jackson ha ricevuto una targa ricordo dall’assessore provinciale allo Spettacolo, Umberto Lanzo. Alla cerimonia hanno preso parte anche l’assessore provinciale Antonio Scalera e il consigliere provinciale Carmine Montemurro, entrambi di Palagiano come Michele, la vicesindaco di Palagiano Maria Rosaria Mellone, i consiglieri provinciali Santoro, Cassano e Lariccia.
“Ora mi concentrerò sullo studio – ha detto Michele Perniola – per coltivare il mio talento e approfondire la tecnica vocale”. Un bagno di umiltà, insomma, per un ragazzo che non si è montato la testa e che, proprio per questo, possiede tutti i numeri, artistici e morali, per affermarsi e raggiungere il successo.
Il prossimo 24 dicembre, sempre su Rai Uno, dalle ore 14 alle ore 16, Michele Perniola sarà ospite della trasmissione “Frate Indovino”.
“Chiusa questa parentesi – tiene a precisare la signora Pina, la mamma di Michele – tutta l’attenzione di nostro figlio sarà dedicata allo studio. Continuerà a fare quello che fa, del resto dall’età di nove anni frequenta la scuola di danza classica, ma la cosa più importante è e resta la scuola”.
E dopo la consegna della targa ricordo, Michele Perniola ha regalato un minuto del suo talento ai dipendenti della Provincia di Taranto che si sono riuniti nella sala di presidenza per il tradizionale scambio di auguri, alla presenza del presidente Florido, dei dirigenti e di assessori e consiglieri.
Michele Perniola è entrato di diritto a far parte delle eccellenze di Terra Ionica.
Per quel che conta, ora c’è anche il “timbro” istituzionale.

giovedì 6 dicembre 2012

Michele Perniola torna nella sua scuola



Michele Perniola torna a scuola – Il Video.

http://www.palagianonline.it/web25/index.php?option=com_content&view=article&id=1487:michele-perniola-torna-a-scuola-il-video&catid=90&Itemid=133

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